Calendario

April 2024
M T W T F S S
« Oct    
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930  

Parole chiave

Pittura – Le opere del MdL Luigi Corneo

Il MdL Luigi Corneo, di cui potete leggere una breve biografia nella Sezione “ Il Maestro del Lavoro racconta” di questo Blog, oltre che avere una spiccata sensibilità artistica è anche dotato di grande modestia. Abbiamo infatti fatto fatica ad ottenere le foto che di seguito pubblichiamo e ancora di più ad ottenere qualche spunto su questa sua attività.

Luigi, dopo aver frequentato un corso serale di pittura della Villa Reale inizia a dipingere a 23 anni e le sue opere sono distribuite presso amici e conoscenti per lo più in Toscana e in Puglia.

Nel corso della sua attività artistica ha partecipato a  mostre a Sesto S. Giovanni e a Monza e i suoi soggetti preferiti sono nature morte, nudi di donna e paesaggi.

Dalla famosa pittrice Sacconaghi, che ammira moltissimo, ha assimilato la tecnica.

Ogni anno Luigi dona un’opera ai MdL che la sorteggiano nella lotteria che si svolge per beneficenza nel corso del pranzo di Natale per finanziare le attività magistrali.

MdL Aldo Laus

Marbella – Spagna

Nevicata in Brianza

Contadina della Brianza

Natura morta con mele verdi

Zucche

Zucche con anfora

Fiori – Girasoli e papaveri

FILATELIA a cura del MdL Umberto SECLI’ (2a puntata)

LA FILATELIA E LO SPORT – IL CALCIO

In questo secondo capitolo mi preme informare il lettore sull’impostazione che intendo dare alla rubrica : non seguirà un modello cronologico e nemmeno si occuperà del classico “tricamere” (come usano dire i filatelici nazionali intendendo Italia, Vaticano e San Marino, ma offrirà argomenti in modo casuale lasciando al lettore la possibilità di estrarre quanto di proprio interesse ed eventualmente tralasciare il resto oppure inserire argomenti e notizie in proprio possesso. Che ne dite ?

Oggi, per esempio, mi va di parlare dei francobolli sportivi, in particolare del calcio e, in modo specifico, del calcio italiano. Allo sportivo lascio invece la possibilità, partendo dai francobolli, di completare la ricerca con i giocatori di cui facevano parte le squadre italiane oppure gli avversari, le partite giocate e i risultati e via di seguito.

La prima serie di francobolli italiani riguardanti il soggetto calcistico risale al 1934 (24 maggio), si riferisce al 2° Campionato mondiale e al 1° titolo mondiale conquistato dall’Italia.  L’emissione completa è composta di due parti : 5 francobolli di posta ordinaria e 4 di posta aerea. La tiratura presunta è stata di 145.000 serie e la validità postale (cioè il termine entro il quale i francobolli potevano essere utilizzati per le affrancature) è stata limitata al 30.11.1934 cioè 191 giorni. In conseguenza del limite piuttosto breve di tempo e dell’elevato valore nominale della serie (lire 33,45, pari agli attuali € 36 di quando si cantava “se potessi avere 1000 lire al mese”)  si è avuto uno scarso uso postale in modo particolare per gli elevati valori nominali e quindi il valore della serie usata è addirittura doppio rispetto alla serie nuova e in perfetto stato di conservazione.

I nove francobolli riproducevano :

Per la posta ordinaria :

centesimi 20 – portiere che para un pallone

centesimi 25 – 50 e lire 1,25 di colori diversi – giocatori di squadre avverse che si contengono il pallone

lire 5 + lire 2,50 destinate a beneficenza – portiere che para, ostacolato da avversario

Per la posta aerea :

centesimi 50 – Stadio di Torino

centesimi 75 – giocatore in azione

lire 5 – Stadio di Firenze

lire 10 + 5,00 destinate a beneficenza – Stadio di Bologna.

Il secondo titolo mondiale, conquistato dall’Italia nel 1938,  non ha avuto una commemorazione filatelica perché all’epoca c’era ben altro a cui pensare dato che i venti di guerra soffiavano sempre più vicini e sembrava inopportuno continuare con ulteriori festeggiamenti. Le scarse emissioni filateliche erano più che altro indirizzate alla propaganda politica o ai grandi uomini dell’impero romano.

E l’oblio filatelico nei confronti del calcio malgrado fosse considerato lo “sport nazionale” durò a lungo e più precisamente fino al 1973 quando, inaspettatamente si decise di commemorare il 75° anniversario della Federazione Italiana del Gioco del Calcio (FIGC) con due francobolli, rispettivamente di £ 25 per la tariffa di una cartolina, rappresentante un campo di gioco ed un pallone e £ 90 per la tariffa di una lettera all’estero, rappresentante un’azione di gioco in stile naïf. La tiratura, in linea coi tempi che prevedevano un largo uso di francobolli, fu di 15 milioni per il 25 lire e 8 milioni per il 90 lire. L’introduzione della posta elettronica era ancora lontana  e si usava scrivere lettere e cartoline.

Nel 1980, in occasione dei Campionati Europei, con la raffigurazione di un atleta in maglia azzurra in azione nei pressi dell’area di rigore, disegnato del famoso pittore Aligi Sassu, viene emesso un francobollo da lire 80 con una tiratura di 8 milioni di esemplari.

Ed eccoci al 1982 : Campionati del Mondo di Calcio, temperatura caldissima, terreno di gioco la Spagna, Presidente della Repubblica Sandro Pertini. L’Italia diventa Campione del Mondo per la terza volta. Il Presidente Pertini impazzisce coinvolgendo nel suo entusiasmo l’imperturbabile Re  Juan Carlos di Borbone, e gli italiani, già esplosivi di carattere, non si trattengono dal manifestare la loro gioia davanti ad un evento considerato imprevedibile nella più rosea ed ottimistica delle visioni. Conosco una persona che si divertiva a scommettere dando l’Italia per perdente ad ogni incontro e felicissima di pagare, ogni volta, fino alla finale (beh, lo ammetto, per scaramanzia, ero io !).

E anche l’emissione di un francobollo non era assolutamente prevista ma Renato Guttuso, chiamato a disegnare il francobollo da £ 1000, lo realizzò magistralmente con un soggetto che riportava le mani del portiere Zoff nell’atto di innalzare la Coppa della Federazione Internazionale. In considerazione del valore nominale elevato, la tiratura fu limitata a 4 milioni anche con l’obiettivo di impreziosirne il valore filatelico.

Ma è il 1987 l’anno della svolta nel rapporto Calcio – Filatelia. L’Italia da qualche anno vede nel calcio il suo sport nazionale e si decide quindi di premiare ogni anno con un francobollo la squadra vincitrice del Campionato Nazionale. Dal Campionato 1986-87 ogni anno (con l’eccezione del Campionato 2005-2006 che ha visto assegnare lo scudetto alla Juventus e poi revocarlo) è stato emesso un francobollo.

A tutto il 2009 i francobolli dedicati agli scudetti assegnati ha visto il seguente risultato :

Milan 7, Juventus 6, Inter 4, Napoli 2, Sampdoria, Lazio e Roma  1.

A queste emissioni di  francobolli si sono affiancati altri avvenimenti sempre inerenti il mondo del Calcio che hanno fatto da corollario alla medesima tematica.

Campionato di Calcio 1986-87 : Vincitrice la squadra NAPOLI  – valore nominale £ 500 – Soggetto Pallone da calcio trasparente con una veduta di Napoli come sfondo e in basso l’emblema della S.S.C. Napoli Tiratura 5 milioni di esemplari.  Diego Armando Maradona è il trascinatore della squadra ed anche il capitano. Pittoresca definizione locale : re di Napoli.

Il 1988, in occasione dello svolgimento in Italia del Campionato del Mondo 1990, è l’anno in cui si inizia la propaganda dell’avvenimento per mezzo della pubblicità della Mascotte “Italia 90” denominata “CIAO” costituita da tessere coi colori nazionali bianco-rosso-verde, da un pallone e sullo sfondo, uno stadio stilizzato. Il valore nominale è di £ 3.150 e la tiratura è ridotta a 3 milioni.

Pochi giorni dopo si festeggia il Campionato Italiano di Calcio 1987-88 vinto dalla squadra MILAN in un inedito foglio di 32 esemplari, riportante sul margine esterno gli emblemi delle 16 squadre partecipanti al Campionato di Serie A. Il valore nominale del singolo francobollo è di 650 lire. La tiratura è di 6 milioni di francobolli pari a 187.500 minifogli  di cui i francobolli muniti dell’appendice della squadra sono 3 milioni in totale (cioè 187.500 per ciascuna squadra) e i rimanenti 3 milioni sono senza appendice. La vignetta del francobollo riporta il Duomo di Milano stilizzato su un pallone di calcio e lo stemma della Società.

Campionato di Calcio 1988-1989 : il Campionato di Serie A passa da 16 a 18 squadre e vince la squadra INTER. Il valore nominale del francobollo è di 650 lire e ogni foglio è composto da 32 francobolli di cui 14 francobolli riportano sul bordo del foglio l’emblema delle società partecipanti al campionato e 2 bordo di foglio riportano due emblemi ciascuno. Tiratura 6 milioni di francobolli, pari a 187.500 minifogli. I francobolli che hanno a margine un emblema sono 2.625.000 mentre sono solo 375.000 quelli che riportano due emblemi ciascuno. Il soggetto è rappresentato da un pallone colorato di nerazzurro in una fantasia grafica con lo scudetto tricolore e il biscione, simbolo della squadra milanese.

Nello stesso anno 1989, a continuazione della propaganda in favore dell’evento di Italia ’90, Italia quale sede dello svolgimento del Campionato Mondiale di Calcio, viene emesso un francobollo del valore nominale di 450 lire riportante il monumento del Maestro Mario Ceroli e disegnato dallo stesso, su sfondo dei colori nazionali. La tiratura è pari a 4 milioni di esemplari.

1990  Coppa del Mondo di Calcio : grande evento, si giocano in Italia e in quanto Paese organizzatore, è normale ed accettato che sia prevista la grande abbuffata di francobolli. Sono emessi 6 foglietti pari ai 6 gironi del campionato e contengono  6 francobolli ciascuno, ogni foglietto riporta 4 emblemi delle nazioni facenti parte del girone e 2 stadi dove vengono giocate le partite eliminatorie per un totale di 24 squadre e 12 stadi. La tiratura è di 3 milioni di foglietti e la spesa è pari a lire 26.400 per la serie completa.

I foglietti hanno le seguenti caratteristiche :

1 – Valore nominale dei 6 francobolli : £ 450 ciascuno, totale £ 2.700

Squadre partecipanti : Italia, Stati Uniti, Austria, Cecoslovacchia

Stadi : Stadio Olimpico di Roma, Stadio Comunale di Firenze

2- Valore nominale dei 6 francobolli : £ 600 ciascuno, totale £ 3.600

Squadre partecipanti : Argentina, URSS, Camerun, Romania

Stadi :  Stadio San Paolo di Napoli, Nuovo Stadio di Bari

3- Valore nominale dei 6 francobolli : £ 650 ciascuno, totale £ 3.900

Squadre partecipanti : Brasile, Costa Rica, Svezia, Scozia

Stadi : Stadio delle Alpi di Torino, Stadio Ferraris di Genova

4- Valore nominale dei 6 francobolli : £ 700 ciascuno, totale £ 4.200

Squadre partecipanti : Emirati Arabi, Germania Occ., Colombia, Jugoslavia

Stadi : Stadio Dall’Ara di Bologna, Stadio Meazza di Milano

5- Valore nominale dei 6 francobolli : £ 800 ciascuno, totale £ 4.800

Squadre partecipanti : Belgio, Uruguay, Sud Corea, Spagna

Stadi : Stadio Bentegodi di Verona, Stadio Friuli di Udine

6- Valore nominale dei 6 francobolli : £ 1.200 ciascuno, totale £ 7.200

Squadre partecipanti : Inghilterra, Olanda, Eire, Egitto

Stadi : Stadio S. Elia di Cagliari, Stadio La Favorita di Palermo

Campionato italiano di calcio 1989-1990 : lo scudetto viene assegnato alla squadra NAPOLI, capitanata da Armando Maradona. Il francobollo da 700 lire riproduce lo stivale italiano con un pallone in corrispondenza di Napoli e il gagliardetto della Società. La tiratura è di 4 milioni di esemplari e l’impostazione dei fogli non prevede particolari segnalazioni collezionistiche.

Vittoriosa della Coppa del Mondo di Calcio “Italia 90” risulta essere la GERMANIA alla quale viene dedicato apposito francobollo di 600 lire  riportante la medesima impostazione del francobollo da 700 lire già emesso in qualità di partecipante al torneo ma con l’aggiunta della dicitura CAMPIONE DEL MONDO. La tiratura è di 2 milioni di esemplari. Particolarmente ricercata la posizione del bordo superiore sinistro del foglio di 50 esemplari con l’indicazione di ITALIA 90 e la mascotte CIAO la cui tiratura risulta essere di 40.000 esemplari.

Campionato italiano di calcio 1990-1991 – Per la prima volta lo scudetto viene vinto dalla squadra di Genova SAMPDORIA condotta dai fuoriclasse Vialli e Mancini. Gradevole l’impostazione del francobollo che rappresenta la Lanterna di Genova, il pallone, un arcobaleno e lo scudetto italiano. Il valore è piuttosto elevato, pari a 3000 lire. in fogli di 32 esemplari. Sul bordo del foglio vengono riportati gli emblemi di 14 squadre e su due angoli di altre 4 squadre. La tiratura è di 2.500.000 esemplari per cui gli emblemi delle singole squadre sono riportati soltanto su 78.125 esemplari. Nel mondo collezionistico si rileva un particolare interesse per quel francobollo che riporta l’emblema a bordo foglio della squadra che ha vinto lo scudetto.

Campionato italiano di calcio 1991-1992 : Vince il suo 12° scudetto la squadra MILAN forte del trio olandese Van Basten, Gullit, Rijkard. Francobollo da 750 lire (tariffa di una lettera) per l’emissione complessiva di 4 milioni di esemplari, in fogli di 32. Il foglio ha una nuova impaginazione. Sui bordi sono riprodotti 10 scudetti della squadra e 10 scudetti col tricolore italiano. La vignetta raffigura il prospetto stilizzato del Duomo in veste rosso-nera, un pallone, lo scudetto tricolore e l’emblema della squadra.

Campionato italiano di calcio 1992-1993 – E’ la volta del 13° scudetto alla squadra MILAN. Il francobollo da 750 lire, emesso in 4 milioni di esemplari riproduce un giocatore in azione e scudetti della squadra e tricolore. Il foglio è quello tradizionale di 50 esemplari, senza particolari indicazioni di tipo collezionistico.

Campionato italiano di calcio 1993-1994 – Ancora MILAN per il 14° scudetto con un francobollo da lire 750 in fogli da 50 e una emissione di 4 milioni di esemplari. Riproduzione di un pallone con una striscia tricolore e lo l’emblema della squadra.

Campionato italiano di calcio 1994-1995 – Torna a vincere lo scudetto, e siamo al 23°, la squadra JUVENTUS e con un francobollo da 750 lire in fogli da 50 e un’emissione di 3 milioni di esemplari. La vignetta riproduce un giocatore con la maglia numero 9 in azione, l’emblema della squadra e lo scudetto tricolore.

Campionato italiano di calcio 1995-1996  Alternanza alla vittoria con la squadra MILAN che guadagna il suo 15° scudetto. Il francobollo da lire 750 riproduce un giocatore in maglia rossonera in azione, l’emblema della squadra e uno sfondo costituito da uno scudo tricolore. Tiratura di 3 milioni di esemplari, in fogli da 50.

Coppa Campioni d’Europa 1996 – Per la prima volta viene emesso un francobollo relativo alla Coppa Campioni, così chiamata poiché le squadre che partecipano hanno conquistato i primi posti nei campionati dei loro Paesi. Il francobollo da 750 lire viene emesso a celebrare la vittoria della squadra JUVENTUS. Molto discussa questa emissione poiché la squadra più titolata risultava essere il MILAN ma, probabilmente, non si intendeva attribuire alla medesima squadra due francobolli nello stesso anno. Tiratura di 4 milioni di esemplari, soggetto molto confuso rappresentante l’emblema della squadra e tifosi in festa sugli spalti di uno stadio.

Campionato italiano di calcio 1996-1997 – 24° scudetto alla squadra JUVENTUS su un francobollo da lire 800 (tariffa lettera interna) emesso in 6 milioni di esemplari, minifoglio di 20 esemplari bordato da 18 scudetti stilizzati i cui colori passano dal tricolore al bianconero. I francobolli muniti di tale scudetto risultano essere 12, di cui ai quattro lati hanno due scudetti. Il soggetto del francobollo comprende un giocatore in azione sul campo, un pallone e l’emblema della squadra che sfuma verso il tricolore.

Campionato di calcio 1997-1998 – JUVENTUS scudetto n° 25 su francobollo da lire 800 per 3 milioni di tiratura. Viene riprodotto un giocatore in maglia bianconera sul campo con la sagoma di un altro giocatore alle spalle, il pallone e l’emblema della squadra. Nessun altro particolare in evidenza. Ogni foglio contiene 50 esemplari.

Commemorazione del 50° anniversario della scomparsa della squadra di calcio del TORINO, nella sciagura aerea di Superga. Sono dedicati due francobolli, uno da lire 800 riproducente la sagoma dei giocatori periti nella disgrazia con evidenza sul capitano Valentino Mazzola, un particolare dell’aereo, un dettaglio della Basilica di Superga e un altro da 900 lire riproducente la Basilica di Superga, l’emblema del Torino e l’indicazione dei giocatori periti. L’emissione è stata effettuata in minifogli da 20 esemplari cadauno.

Campionato italiano di calcio 1998-1999 – Torna la squadra MILAN alla vittoria del suo 16° scudetto ed è rappresentata dal francobollo di 800 lire che raffigura un giocatore del Milan ed un suo avversario in azione di gioco, l’emblema della squadra vittoriosa e lo scudetto tricolore. La tiratura è di 4.200.000 esemplari nella nuova versione di 350.000 minifogli da 12 esemplari ciascuno. Sul bordo esterno del minifoglio sono riportati 5 emblemi Milan e 5 scudetti tricolori.

Campionato italiano di calcio 1999-2000 – Vince la squadra LAZIO per la seconda volta nella sua storia (la prima nel 1973-1974). Il francobollo a lei dedicato ha un valore nominale di 800 lire e raffigura un calciatore in maglia bianco-celeste mentre calcia il pallone sullo sfondo di un campo da gioco e, in basso, l’emblema della squadra e lo scudetto tricolore. La tiratura di 6 milioni di esemplari è costituita di 500.000 minifogli da 12 esemplari ciascuno. Sul bordo esterno del minifoglio sono riportati 5 emblemi Lazio e 5 scudetti tricolori.

Campionato italiano di calcio 2000-2001 – Vince la squadra ROMA per la terza volta nella sua storia (la prima nel 1941-1942, la seconda nel 1982-1983). Il francobollo emesso ha un valore di 800 lire e raffigura un giocatore esultante in maglia giallo-rossa oltre all’emblema della squadra e allo scudetto tricolore. La tiratura di 4.800.000 francobolli è costituita da 400.000 minifogli da 12 esemplari ciascuno. Sul bordo esterno del minifoglio sono riportati 5 emblemi Roma e 5 scudetti tricolori.

Campionato italiano di calcio 2001-2002  Ancora di scena la squadra JUVENTUS che vince il suo 26° scudetto. Il francobollo rappresenta un calciatore bianconero nell’esecuzione di una “rovesciata” e, a fianco, gli emblemi  della squadra e tricolore. La novità è rappresentata dal valore nominatore espresso nella nuova moneta, pari a Euro 0,41. Tiratura 6 milioni nella nuova versione di 500.000 minifogli da 12 esemplari ciascuno. Sul bordo esterno del minifoglio sono riportati 5 emblemi Juventus e 5 scudetti tricolori.

Campionato del mondo di calcio del XX secolo  – Commemorazione dei 7 Paesi vincitori del Campionato del Mondo : Brasile 5, Italia 4, Germania 3, Uruguay 2, Argentina 2, Inghilterra 1, Francia 1. Francobolli emessi in dittico (di cui un esemplare per la prima volta in formato circolare) aventi valore nominale di Euro 0,52 ciascuno. Il primo (circolare) rappresenta le bandiere dei 7 Paesi vincitori con un pallone in movimento su un campo di calcio, il secondo un calciatore della nazionale italiana in maglia azzurra.). La tiratura è di 2.500.000 dittici. I dittici sono stampati in fogli di 18 dittici (36 francobolli.

Una curiosità -  Al fine di consentire di estrarre il francobollo circolare dal suo supporto esterno vi sono state due tirature : la prima costituita da 7 fori, che però rilasciavano una dentellatura imperfetta sugli angoli, la seconda costituita da 6 fori che rilasciava una dentellatura senza difetti negli angoli (sembra logico supporre che la seconda tiratura non sia stata superiore a 500 mila dittici).

Campionato italiano di calcio 2002-2003 – JUVENTUS a quota 27 scudetti ma, per la prima volta, contestazione da parte della dirigenza della squadra sull’utilizzo gratuito dell’emblema rappresentante il marchio di proprietà proprio al momento di andare in stampa. Discussioni tra Società e Poste Italiane, che hanno ritardato l’emissione di circa un paio di mesi fino alla minaccia di sospendere l’iniziativa e infine la tipica soluzione all’italiana di emettere ugualmente il francobollo  del valore nominale di centesimi 41 rappresentato da un giocatore in maglia bianconera in azione, il pallone e lo scudetto tricolore “senza” l’emblema della società. La tiratura di 3.600.000 francobolli in minifogli di 12 esemplari cadauno, pari a 300 mila minifogli. Il bordo foglio, che nelle precedenti versioni risultava essere composto da 5 emblemi della squadra e 5 scudetti tricolori, in questo caso, per la medesima ragione di cui sopra, ha mantenuto gli scudetti tricolori ma ha sostituito l’emblema con il simbolo della manifestazione filatelica “Riccione 2003” .

Campionato italiano di calcio 2003-2004 –  E’ la squadra MILAN ad aggiudicarsi il 17° scudetto e l’emissione di un francobollo commemorativo dell’avvenimento con il soggetto di un giocatore che calcia in modo acrobatico il pallone del valore nominale di 45 centesimi. Il francobollo viene completato con l’emblema della squadra e lo scudetto tricolore. La tiratura di 6 milioni in minifogli da 12 esemplari in formato orizzontale (quindi 500 mila minifogli) ha sui bordi 5 scudetti tricolori e 6 emblemi della squadra. Il problema relativo alla possibile richiesta di royalty sul marchio è stato evidentemente superato.

Campionato italiano di calcio 2004-2005  Scudetto n° 28 per la JUVENTUS e francobollo tirato in 6 milioni di esemplari in 500 mila minifogli da 12 francobolli; il bordo dei minifogli è guarnito di 5 scudetti tricolori e, a dimostrazione che la controversia avviata due anni prima è stata risolta, tornano ad apparire  6 emblemi della squadra. La vignetta dei francobolli presenta un disegno di cattivo auspicio per la squadra poiché il giocatore è sovrastato da sbarre nere verticali (in previsione della retrocessione dell’anno successivo ?) e affiancato dallo scudetto tricolore e dall’emblema della squadra. Il valore nominale è di 45 centesimi di Euro.

Nazionale Italiana Cantanti  – In occasione del 25° anniversario della Federazione che con i proventi derivanti da incontri di calcio sostenuti da cantanti ha supportato a titolo di beneficenza  diverse iniziative negli anni, è stato emesso un francobollo da 45 centesimi avente la tiratura di 3.500.000 esemplari. Il soggetto del francobollo raffigura la sagoma degli 11 giocatori in maglia azzurra e lo stemma della Federazione.

Campionato del mondo di calcio – Anno 2006 : l’Italia conquista in Germania il suo  4° titolo di Campione del Mondo. Viene emesso in 7.200.000 esemplari un francobollo del valore nominale di E 1,00 in 600.000 minifogli da 12 francobolli ciascuno. Il bordo del minifogli è decorato con 6 scudetti tricolori e 5 immagini della Coppa conquistata. Il francobollo raffigura una grande bandiera tricolori sventolante coronata da 4 stelle, pari ai titoli mondiali che detiene e sullo sfondo una folla acclamante.  Completa la vignetta lo scudetto FIFA World Cup – Germany 2006.

Nicolò Carosio – Commemorazione del Centenario della nascita del primo grande commentatore radiofonico di calcio con un francobollo da centesimi 65 raffigurante la fotografia dell’indimenticabile personaggio al microfono mentre illustra un incontro con dovizia di particolari. Sullo sfondo un campo di calcio. Tiratura del francobollo 3.500.000 esemplari.

Campionato italiano di calcio 2006-2007  La squadra INTER, a seguito di illecito sportivo addebitato alla Juventus e forti penalizzazioni attribuite a Milan e Fiorentina, risulta vincitrice del suo 15° scudetto precedentemente attribuito alla Juventus. Quietate le acque e appurate le responsabilità viene emesso il meritato francobollo la cui tiratura è stata di 6 milioni di esemplari da centesimi 60  in 500 mila minifogli di 12 esemplari ciascuno. Il bordo del minifoglio riporta 5 emblemi della squadra e 5 gagliardetti con i colori nerazzurri e il n° 15. Il francobollo riproduce un calciatore, palla al piede, l’emblema e il gagliardetto w una girandola di colori che da tricolore diventano nero-azzurri.

Campionato di calcio 2007-2008 – Nerazzurro il titolo di Campione d’Italia assegnato alla squadra INTER e il francobollo da centesimi 60 raffigurante un giocatore in maglia bianca rossocrociata mentre calcia il pallone in una scia che porta al gagliardetto nerazzurro n° 16, quanti sono i titoli conquistati dalla società.. Tiratura di 3.600.000 esemplari di formato orizzontale in 300 mila minifogli da 12 francobolli ciascuno. Il bordo esterno del minifoglio è rappresentato da 11 gagliardetti nerazzurri includenti un minitricolore.

Campionato di calcio 2008-2009  – Ancora nerazzurro lo scudetto di Campione d’Italia conquistato dalla squadra INTER. Il francobollo da centesimi 60 riproduce un giocatore con maglia nerazzurra e  scudetto tricolore e emblema della squadra sul petto mentre è in azione di gioco con altre figure che lo contrastano. Un grande scudetto tricolore con il n° 17 riguardante i titoll conquistati. La tiratura è stata di 3.600.000 esemplari in 300 mila minifogli da 12 francobolli ciascuno. Il bordo esterno è rappresentato da 10 scudetti tricolori con evidenziato il n° 17.

Nella puntata precedente avevo promesso uno scoop riguardante il Gronchi rosa.

Lo scoop c’è, ve lo assicuro e ve lo documenterò, ma questa volta ho abusato dello spazio che mi è stato concesso e non posso andare oltre.

Nella prossima puntata conto proprio di rendervi partecipi e sono certo che apprezzerete.

Se avete argomenti da propormi, domande, consigli o notizie da divulgare, qui in calce c’è lo spazio dedicato a questo scopo. Fatelo e vi risponderò.

MdL Umberto Seclì, filatelista dal 1949 (la data è corretta, non c’è inversione di cifre !)

IGOR CASSINA E I BAMBINI DEL FALO’ di sant’ANTONIO

Sant’antoni del Purcell , el gaveva ul campanel….

In tanti, tantissimi hanno cantato questa antica filastrocca attorno al falò di via Trieste promosso dai circoli culturali medesi Brianza Domani e XX Settembre e acceso dalla torcia portata dal campione olimpico IGOR CASSINA accompagnato da una miriade di bambini .

Meda , come tanti altri paesi della Brianza, han un attaccamento profondo e radicato nel passato a questo santo nato in Egitto (diversi soci del circolo XX Settembre hanno potuto visitare recentemente il monastero nel deserto dove visse eremita fino a 105 anni).,

Anche in una nicchia posta all’ingresso del Santuario Santo Crocifisso è ben raffigurato Sant’Antonio con campanello e l’immancabile purcell.

Si è cantato, si è bevuto, si è parlato e si è stati assieme e, di questi tempi, è un bell’avvenimento…

MdL Landino Padoan

Telecomunicazioni Italiane sui francobolli della Papua Nuova Guinea

PapuaNewGuinea2

PNG12

Ho lavorato moltissimi anni nella Società Telettra di Vimercate, un gioiello nel panorama internazionale storico delle aziende di telecominicazioni italiane, in cui mi occupavo di vendite estero.

La zona di mia competenza è sempre stata l’estremo oriente e la mia avventura è cominciata nel 1969 con un paese meraviglioso quanto sconosciuto: la Papua Nuova Guinea.

All’epoca quel paese, che aveva rappresentato uno degli scenari più cruenti delle battaglie fra giapponesi e americani nell’ultima guerra mondiale, non disponeva di linee telefoniche, c’era solo qualche collegamento radio a onde corte fra gli uffici postali delle città principali che, immerse in una vegetazione lussureggiante e separate da catene montuose di 4000 metri di altezza non potevano essere raggiunte via terra per mancanza di strade. L’unica possibilità era via mare o via aerea. Ricordo che la compagnia aerea locale “AIRNIUGINI” disponeva di una flotta di DC3 (quello del film Casablanca). Nonostante la carenza nella telefonia il Post & Telegraph Department della PNG aveva una eccellenza: emetteva francobolli bellissimi che oltre a vari temi raffiguravano con particolare riguardo la meravigliosa fauna e flora locale, dall’uccello del paradiso alle foreste tropicali, ai meravigliosi pesci della barriera corallina, affidandosi per la stampa a una rinomata azienda svizzera.

Ma torniamo alla mia storia. Nel 1969 il Banco Mondiale offrì un grosso finanziamento al governo della PNG per la realizzazione di una moderna dorsale nazionale di telecomunicazioni che , con una serie di ponti radio ad alta capacità avrebbe dovuto interconnettere tutte le principali città e rappresentare così la base per l’introduzione del sistema telefonico nel paese.

Fu indetta una gara internazionale a cui partecipò anche la Telettra. Nonostante i concorrenti fossero di statura molto più grande e consolidata rispetto alla nostra realtà vimercatese, la gara fu aggiudicata a noi perché, grazie ai nostri avanzatissimi laboratori di ricerca e all’ingegno dei nostri tecnici, disponevamo di una soluzione tecnica unica al mondo a cui nessuno credeva.

In termini semplici si trattava di questo: il sistema di ponti radio nazionale necessitava di una catena di ripetitori posti in serie a circa 50 Km di distanza l’uno dall’altro e dovevano essere installati sulle cime delle montagne a 4000 mt per avere la visibilità necessaria.

Quella gara sarebbe stata vinta dal prodotto che presentasse il minor consumo di energia elettrica dato che le uniche fonti di energia disponibili nella piccole radure scavate a mano in cima alle montagne raggiungibili solo con elicottero erano rappresentate da una serie di batterie di tipo automobilistico che dovevano periodicamente essere sostituite trasportandole con l’elicottero e quindi con costi elevatissimi.

A quel tempo la tecnologia consentiva di realizzare ripetitori che tipicamente consumavano intorno ai 200 Watt. In Telettra, pionieri nell’innovazione tecnologica avevamo sviluppato un ripetitore che, a parità di prestazioni, consumava solo circa 5 (cinque) Watt!.

Il consulente inglese del cliente venne subito a constatare in fabbrica che fosse tutto vero e così la nostra azienda brianzola vinse la gara lasciando le multinazionali americane, inglesi, giapponesi, francesi e tedesche a bocca asciutta. La prima parte del progetto fu completata nel 1973 con grande soddisfazione del cliente che immortalò i nostri impianti in una emissione filatelica di quell’anno dedicata al progetto di modernizzazione delle telecomunicazioni del paese. L’ampliamento del sistema iniziale andò avanti fino al 1978 consentendomi numerose visite in quel magnifico paese così lontano e primitivo ma desideroso di farsi conoscere anche attraverso la filatelia.

pngTelecomm2

Serie di francobolli della Papua Nuova Guinea per commemorare la realizzazione del progetto di Telecomunicazioni 1968 – 1972

Il francobollo singolo in alto a sinistra raffigura una macchina telescrivente utilizzata all’epoca per il servizio Telex, quello di destra mostra la mappa del sistema dorsale nazionale del sistema di telecomunicazioni. Nella quartina ci sono i dettagli delle antenne paraboliche, l’elicottero che affettua il trasporto dei materiali in cima alla montagna e una visione della stazione ripetitrice tipica realizzata chiavi in mano dalla Società Telettra di Vimercate.

Concludo con una serie di foto di francobolli della PNG.

MdL Aldo Laus

PNG4

PNG2

PngFlora04

PngMarine03

PNG33

Anziani in cammino

A compendio del post precedente sull’argomento del Nordic Walking vi propongo  un estratto dal progetto della Asl distrettuale:  “Anziani in cammino” che ben si inserisce nella nostra analisi   di questa tecnica.

nordic

L’inattività fisica è senza dubbio uno dei maggiori fattori che contribuiscono all’aumento di malattie croniche dei nostri giorni. La promozione di stili di vita attivi deve pertanto divenire un elemento fondamentale di ogni futura strategia di salute pubblica.

Nonostante i dimostrati benefici dell’attività fisica, i livelli a cui viene praticata nei paesi avanzati è molto bassa a tutte le fasce di età e particolarmente in quella degli ultrasessantacinquenni, principale obiettivo di questo progetto.

In particolare nella popolazione anziana l’incentivazione dell’attività fisica deve essere valutata anche per il peso che le malattie croniche, la compromissione dell’autosufficienza e la disabilità hanno sull’economia della società e delle famiglie e sulla qualità della vita individuale.

La maggioranza della popolazione, maschi e femmine, risulta o non attiva oppure lo è ma a livelli che non la “proteggono” dalle malattie cronico-degenerative. Soprattutto è evidente che rispetto a 20-30 anni fa l’attività fisica è diminuita come parte della vita quotidiana: sono fortemente diminuiti i lavori manuali e le componenti più fisicamente attive di quelli domestici; la bicicletta non costituisce più un significativo mezzo di trasporto ed il traffico automobilistico obbliga ad affidare gli spostamenti individuali a mezzi a motore propri rispetto a quelli pubblici; sempre meno sono gli edifici di più piani senza ascensore. Pertanto gli ausili della vita moderna rappresentano delle vere e proprie barriere sfavorevoli agli stili di vita corretti.

Occorre quindi operare un consistente cambiamento culturale per introdurre, in modo sistematico e continuo, comportamenti come l’attività fisica, utili a mantenere salute ed efficienza anche nella terza e quarta età.

Interventi sulla promozione dell’attività fisica attuati in ambito distrettuale

Nel corso degli anni 2007 e 2008 numerosi sono stati gli incontri organizzati, nell’ambito dei progetti di educazione alla salute, presso i CDA e Università della 3^età.

Sono stati illustrati da parte del Medico dello Sport gli effetti fisiologici dell’invecchiamento a livello fisico e comportamentale e i benefici che un’attività fisica non intensa ma regolare è in grado di apportare. E’ stato sottolineato il concetto di “dose” di esercizio fisico che ciascuno è in grado di mettere i pratica con semplici accorgimenti , anche in presenza di patologie che possono rappresentare un freno mentale all’attuazione di programmi di movimento.

Un ostacolo all’attuazione vera di tali programmi, se affidati al singolo, è la dimostrata riduzione nel tempo della “compliance” all’esercizio fisico: tutte le iniziative in tal senso infatti, dopo l’entusiasmo iniziale, osservano un calo  progressivo di adesione, sia negli anziani in buona salute che in quelli avviati ad un programma specifico di riabilitazione dopo un evento cardio-vascolare.

Le diseconomie dell’inattività

Le malattie croniche interessano il 14,7 % della popolazione compresa fra i 25 e 34 anni, il 63,3% quando si considera la popolazione tra i 60 e 64 anni, mentre la percentuale sale a 74,4% tra 65 e 74 anni e all’82,3 per la popolazione di 75 anni e più.

Per le persone anziane una “buona salute” corrisponde alla capacità di mantenere un soddisfacente equilibrio tra gli effetti della eventuali malattie croniche e la capacità di compensarli con adeguati trattamenti terapeutici e mediante l’adozione di stili di vita adatti alle patologie in corso.

La non autosufficienza è un problema centrale per gli anziani e di conseguenza per le famiglie e la società ed è un problema che tende ad aggravarsi sia per il crescente invecchiamento della popolazione sia per le crescenti difficoltà economiche a farvi fronte.

Secondo un’indagine Censis-La Repubblica relativa al 2004 tra le principali tendenze è riscontrabile un aumento della non autosufficienza: nel triennio 2001-2004 la percentuale di ultrasessantenni che non è in grado o ha parecchie difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane è passata dal 6,7 all’8,2. In questo complesso fenomeno 2 elementi pesano in modo rilevante: il grado di istruzione e la povertà;  soprattutto gli anziani più istruiti considerano l’adozione di uno stile di vita sano uno dei fattori fondamentali nella tutela del patrimonio salute.

Pertanto la promozione dell’attività fisica non solo è una componente irrinunciabile di ogni piano rivolto a migliorare lo stato di salute e la qualità della vita nella popolazione anziana, ma deve essere rivolta in particolare a quegli strati sociali che meno hanno la possibilità di condividere obiettivi, metodi e mezzi connessi con la pratica di una regolare attività fisica.

Il ruolo delle Istituzioni

Al fine di introdurre e consolidare comportamenti e stili di vita che creino una cultura generalizzata a sostegno dell’attività fisica nella 3^età, è necessaria un’azione concertata di un’ampia gamma di operatori: le istituzioni politico-amministrative, le organizzazioni che promuovono e gestiscono le attività sportive e del tempo libero, le associazioni di volontariato.

Il loro contributo nell’ambito del progetto è quello di dare vita ad iniziative di promozione del cammino rivolte agli anziani ultrasessantacinquenni: il ruolo trainante e di fidelizzazione del gruppo consentirà di reclutare anche i soggetti “fragili” o isolati. Camminare è un’azione molto semplice e accessibile a buona parte della popolazione anziana, in cui vi è un’ampia evidenza di benefici sulla resistenza aerobica, sul tono muscolare e sul livello di autonomia funzionale. La relativa semplicità, associata all’assenza di costi per i praticanti, permette di identificarla come pratica motoria preferenziale in uno stile di vita attivo.

OBIETTIVO GENERALE

Promuovere e favorire l’adozione di stili di vita sani attraverso l’incremento dell’attività fisica nella vita quotidiana

A cura del MdL Cav. Felice Cattaneo

Propongo di costituire un gruppo di  Maestri del Lavoro interessati e programmare uscite didattiche di Nordic Walking nel parco di Monza, ambiente ideale per questa salutare attività fisica.

L’istruttore Daniele Frigerio, esperto istruttore di NW che abita a Sovico  5Km da Monza, da me contattato

si rende disponibile con piacere a dare lezioni pratiche ed accompagnare i walker nei percorsi.

Attendo quindi vostre adesioni

MdL Cav. Felice Cattaneo

Viaggio in Patagonia del MdL Sergio Vasconi (3a puntata)

PATAGONIA

(3° Puntata – I ghiacciai)

Poche persone, se non gli addetti ai lavori o coloro che hanno intrapreso viaggi d’avventura e si sono spinti in quei territori, sono a conoscenza che la più grande estensione di ghiacci continentali dopo quelle dell’Antartide e della Groenlandia è situata nell’America Meridionale a cavallo delle Ande Patagoniche, alla frontiera tra Argentina e Cile. Si chiama Hielo Continental Patagònico (Ghiaccio continentale patagonico) in Argentina e Campo de Hielo Patagònico Sur (Campo di ghiaccio patagonico sud) in Cile per differenziarlo dal Campo de Hielo Norte (Campo di ghiaccio nord). Benchè sia la terza superficie al mondo per estensione è però la prima tra quelle che hanno carattere continentale, non polare e con accesso dalla terra ferma.

Si estende da nord verso sud per 350 km, da 48°20’ fino a 51°30’ di latitudine sud. Ha un’estensione di 16.800 kmq., dei quali circa l’85% appartiene al Cile ed il resto all’Argentina, costituendo la maggior riserva di acqua dolce del Sudamerica.

Le prime esplorazioni iniziarono nel 1943, quando il governo cileno fece fare rilievi aerofotogrammetrici con l’ausilio di aerei militari statunitensi. Successivamente vennero effettuate alcune spedizioni di esploratori cileni e successivamente nel 1952 argentini. Nell’estate del 1960-61

una spedizione cileno-britannica attraversò parzialmente in senso longitudinale il Campo de Hielo. Tra i mesi di ottobre 1998 e gennaio 1999 venne portato a compimento il primo attraversamento longitudinale da parte di 4 esploratori cileni. Successivamente si susseguirono altre spedizioni da parte di norvegesi, italiani, giapponesi. Attualmente la frontiera tra Cile ed Argentina in un tratto del Campo de Hielo Sur non è ancora definita. Ci stanno lavorando tecnici bi-nazionali dal gennaio 2008.

Un accesso al Campo de Hielo Sur

Un accesso al Campo de Hielo Sur

Gran parte della superficie del Campo de Hielo è protetta dal fatto che fa parte di alcuni tra i più famosi e meravigliosi parchi nazionali: in Cile quelli di Bernardo O’Higgins e delle Torri del Paine ed in Argentina il Parco Nazionale  dei Ghiacciai.

Dal Campo de Hielo si staccano 49 ghiacciai vallivi, alcuni dei quali scendono verso l’Argentina come l’Upsala (902 kmq.), il Viedma (978 kmq.) ed il Perito Moreno (258 kmq.) ed altri verso il Cile, come il Pio XI (il maggiore dell’emisfero al di fuori dell’Antartide con una superficie di 1.265 kmq.), O’Higgins, Balmaceda, Serrano, Tyndall e Grey.

Il Ghiacciaio Perito Moreno è sicuramente il più famoso e conosciuto nel mondo.  Situato nel Parco Nazionale Los Glaciares, nella parte sud-occidentale della provincia di Santa Cruz  in Argentina, è una delle più importanti attrazioni turistiche della Patagonia argentina.

Veduta aerea del Ghiacciao Perito Moreno

Veduta aerea del Ghiacciao Perito Moreno

La formazione di ghiaccio, che si estende per 258 kmq. e per 30 km. in lunghezza è, come è stato detto, uno dei 49 ghiacciai alimentati dal Campo de Hielo Sur ed è uno dei tre ghiacciai della Patagonia che non si stanno ritirando trovandosi in stato di equilibrio.

Argentina - Parco nazionale dei Ghiacciai

Argentina - Parco nazionale dei Ghiacciai

Il fronte del ghiacciaio, dalle dimensioni enormi, come vedremo oltre, avanza nel Lago Argentino, un lago dalla complessa conformazione: infatti il bacino maggiore si trova al nord della cittadina di El Calafate. Verso ovest un braccio del lago, molto più stretto, contorna una penisola rocciosa tondeggiante detta Penisola di Magellano: il ramo diretto verso nord si chiama Canal de los Tempanos (Canale degli Iceberg), mentre il ramo verso sud si suddivide a sua volta in due bracci chiamati Brazo Rico verso est e Brazo Sur verso sud. Il  fronte del  Ghiacciaio Perito Moreno che si getta nel Canal de los Tempanos è ampio 5 km. ed ha un’altezza media di 60 metri sulla superficie dell’acqua, con una profondità  totale di ghiaccio di 170 metri, quindi 110 m. sotto al livello dell’acqua. Avanza ad una velocità di quasi 2 metri al giorno (intorno ai 700 metri all’anno), sebbene perda massa ad un ritmo praticamente analogo. Ciò significa che, se si escludono piccole variazioni, il fronte non è avanzato né indietreggiato negli ultimi 90 anni. Lo spessore massimo del ghiacciaio a monte è di circa 700 metri. Quando il fronte del ghiacciaio, avanzando, si appoggia alla parete rocciosa della Penisola di Magellano, crea uno sbarramento naturale al deflusso delle acque del lago: il livello dell’acqua dalla parte di monte del lago ( Brazo Rico e Brazo Sur), può salire anche di oltre 30 metri rispetto al normale livello. Infatti mentre la parte di monte del lago (a sud) è alimentata dagli immissari, dalle piogge e dal ghiaccio, nelle parte di valle (a nord) l’acqua defluisce con gli emissari: si forma quindi un dislivello nelle due parti.  L’enorme pressione prodotta da questa massa d’acqua lentamente finisce per rompere la barriera di ghiaccio che la ostacola, scavando dapprima un tunnel e dando luogo a crolli rumorosi e spettacolari di blocchi di ghiaccio che galleggiano nel Lago Argentino formando una miriade di piccoli iceberg.

Ghiacciao Perito Moreno - I piccoli iceberg derivanti dal crollo del ghiaccio

Ghiacciao Perito Moreno - I piccoli iceberg derivanti dal crollo del ghiaccio

La formazione del tunnel provoca il deflusso delle acque nel Canal de los Tempanos con il conseguente pareggiamento dei livelli di monte e di valle del lago.

L’ arco di ghiaccio formato dal tunnel prima o poi crolla per il suo peso con un rumoroso frastuono nelle acque del lago. Il ghiacciaio, situato a 78 km dalla località turistica di El Calafate, alla quale è collegato da una comoda strada asfaltata panoramica, ha preso il nome dall’esploratore Francisco Moreno, un pioniere che studiò la regione nel XIX secolo e giocò un ruolo di primo piano nella difesa del territorio argentino nel conflitto sorto intorno alla disputa sul confine internazionale con il Cile. Il processo erosivo é lento e s’incrementa durante la stagione estiva. Il periodo più probabile della rottura é tra fine estate ed inizio autunno australi, tra i mesi di marzo ed aprile. Questo ciclo di formazione e crollo dello sbarramento di ghiaccio non è regolare, ma ricorre con frequenze che possono variare da due volte l’anno fino a meno di una volta per decennio. L’ultimo crollo é avvenuto nell’aprile del 2008, quando il tunnel di ghiaccio é franato, disseminando in mille pezzi i resti della diga che aveva diviso il Lago Argentino in due singolari bacini.

Cile - Il ghiacciaio Montt che si getta nel Pacifico

Cile - Il ghiacciaio Montt che si getta nel Pacifico

Il Ghiacciaio Montt, si trova in Cile ed è il più a nord del Campo de Hielo Sur. Si raggiunge dopo sei ore di navigazione in motobarca tra i fiordi cileni della costa pacifica partendo dalla località di Caleta Tortel , un paesino di 430 abitanti dichiarato zona tipica nel 2001. Situato nel delta del Rio Baker, il fiume con maggior portata del Cile, tra il Campo de Hielo Norte e il Campo de Hielo Sur, per l’80% la superficie del comune è ricoperta da aree silvestri protette, costituite principalmente dal Cipres de las Guaitecas, un cipresso che è una delle 8 conifere autoctone del Cile.
Cile - Caleta Tortel; le passerelle

Cile - Caleta Tortel; le passerelle

Caleta Tortel è un posto unico in Cile: un paesino ubicato su un golfo dell’Oceano Pacifico con suolo prevalentemente roccioso, senza scavi nella montagna, dato che è completamente costruito sollevato da terra ed appoggiato ai tronchi di Guaitecas. La caletta non ha strade, ne auto, ne biciclette, ne carretti, ma solo 7,5 km. di passarelle sospese e scalinate, tutte costruite in cipresso. Un’altra singolarità di Caleta Tortel è che benché sul mare è povera di molluschi e frutti di mare in quanto essendo ubicata alla foce del Rio Baker l’acqua del mare è troppo dolce.

Un altro ghiacciaio cileno è il Ghiacciaio Grey. Nasce dal Campo de Hielo Sur e forma una massa di ghiaccio con un fronte di 4 km. di larghezza e 30 m. di altezza. Si getta nell’omonimo lago Grey situato nel famoso Parco delle Torri del Paine nella regione di Magallanes.

Cile - Il ghiacciaio Grey

Cile - Il ghiacciaio Grey

Il Ghiacciaio Grey che si getta nell’omonimo lago – sullo sfondo il Campo de Hielo Sur. Gli iceberg che si staccano dal ghiacciaio vengono bloccati nella loro navigazione sul lago da un argine artificiale in roccia e terra per non permettere che si infrangano contro la Hosteria Lago Grey, un hotel di lusso 4 stelle, dalla cui sala da pranzo è stata scattata questa foto.

Il Ghiacciaio Viedma è il secondo ghiacciaio argentino per estensione (978 kmq.) dopo il Pio XI ed è situato 70 km. a nord del Ghiacciaio Perito Moreno.

Argentina - El Chalten - Ghiacciaio Viedma e il lago omonimo

Argentina - El Chalten - Ghiacciaio Viedma e il lago omonimo

Anch’esso si trova nel Parco Nazionale dei Ghiacciai nella località turistica di El Chalten, famosa per le cime del Fitz Roy e del Cerro Torres. Si getta nell’omonimo lago, dove rilascia numerosi iceberg.

Argentina - El Calafate; un belvedere sul Ghiacciaio Perito Moreno

Argentina - El Calafate; un belvedere sul Ghiacciaio Perito Moreno

Campo de Hielo Patagonico Sur

Campo de Hielo Patagonico Sur

Il Campo de Hielo Patagonico Norte ha una estensione di circa 4.200 kmq. e si trova integralmente nella XI Regione (Aisén) del Cile. Ha le dimensioni di circa 120 km. di lunghezza in senso nord-sud e da 50 a 70 km. di larghezza in senso est-ovest. Al margine settentrionale del Campo de Hielo si trova il Monte San Valentin che con i suoi 4.058 m. è considerato il monte più alto della Patagonia cilena, mentre al margine sud spicca con i suoi 3437 m. il Monte Arenales. In tale area si trova pure il Ghiacciaio marino più vicino all’Equatore del mondo, quello che immergendosi nella Laguna di San Rafael costituisce la maggior attrazione della regione patagonica cilena.

Campo de Hielo Patagonico Norte

Campo de Hielo Patagonico Norte

Intervista al fondatore della Comunità dell’ “Arca”, per persone con handicap mentali

Jean Vanier 3

Jean Vanier fondatore della Comunità dell'Arca

«C’è una via perduta nel cristianesimo». Sono passati dieci anni da quando Jean Vanier ha ricevuto da Giovanni Paolo II  il premio “Paolo VI per la Pace e lo Sviluppo”. Nel frattempo, le comunità dell’Arca – non istituti, ma foyers, ambiti famigliari in cui persone disabili e assistenti vivono insieme – hanno continuato a diffondersi nel mondo. Oggi sono 134, immerse in altre culture in tutti e cinque i continenti. A 78 anni Jean Vanier dice che c’è una via perduta nel cristianesimo, e che a insegnargliela di nuovo sono state le persone disabili. Sembra avere avuto mille vite. Figlio del governatore generale del Canada, a tredici anni si imbarca per arruolarsi nella marina militare, che lascia ventunenne dopo un periodo di ricerca spirituale e soprattutto dopo l’incontro in Francia con padre Thomas Philippe, sacerdote domenicano. Studia e si appassiona alla filosofia, diventa docente all’università di Toronto. Nel ’64 acquista una modesta casa in pietra a Trosly-Breuil, un piccolo villaggio a nord di Parigi, e invita tre persone con gravi handicap mentali ad andare a vivere con lui. Nel ’71, insieme a Marie Melene Matthieu, fonda il movimento di Fede e Luce, che riunisce persone disabili, il loro genitori e amici e oggi conta un migliaio di gruppi in tutto il mondo. Non è sposato, non è consacrato e l’Arca non è né un istituto né una congregazione religiosa.

Cos’è l’Arca a oltre quarant’anni di distanza?

Per prima cosa è un’atmosfera, uno spirito: è il modo in cui si parla e in cui si mangia, non un insegnamento. Poi c’è l’incontro: si tratta di un luogo dove diverse persone, con handicap più o meno evidenti, vivono insieme. Quando sono andato a vivere a Trosly-Breuil desideravo dare la mia vita per le persone più deboli. Non pensavo che sarebbero state loro a cambiarmi, e a cambiare in modo radicale anche il mio rapporto con Dio.

In che modo è stato possibile?

Se guardo indietro mi accorgo che è stato tutto un lavoro di non-sapere. Da comandante di marina dovevo essere veloce, efficace. Con le persone con handicap ho dovuto innanzitutto ascoltare il loro corpo. Adattarmi al loro modo di comunicare mi ha richiesto molto tempo e un cambiamento di atteggiamento. Prima ero una persona piuttosto seriosa. Bisogna essere seri per fare il militare, e il filosofo! – ride – Con Françoise (uno dei primi disabili mentali con cui Vanier ha vissuto, ndr), non si trattava di dire cose intelligenti, ma si trattava di ridere, di essere semplici, di celebrare la vita e di guardare a lui e agli altri come esseri umani. Mi sentivo legato a loro, mi hanno fatto capire che le cose importanti sono piangere insieme, ridere insieme. Con loro ho capito di avere un cuore capace di amare, ma in cui c’era anche molta violenza.

Una rivelazione?

Sì, molto semplice: tutti noi siamo fragili, perché siamo tutti persone ferite. Non ci piace ammetterlo, e d’altra parte siamo immersi in una cultura della competitività, per la quale “ogni persona che riesce” è importante. Nella visione più comune, le persone disabili sono dei poveri di cui bisogna occuparsi. Ma si può pensare che le persone più fragili siano essenziali, che siano proprio loro a cambiarci? Esiste un’altra visione, in cui non si tratta di fare qualcosa per le persone disabili, ma sentire cos’hanno da dire. Si tratta di un capovolgimento radicale.

La fragilità può diventare una risorsa?

È innanzitutto qualcosa di cui abbiamo paura. E le persone che la mostrano esplicitamente, con un handicap fisico o mentale, ce lo ricordano.

Quali sono i pregiudizi nella relazione con le persone che hanno gravi handicap?

La prima tappa è la paura. Che sia l’aborto o la visione di Hitler la conclusione è una: sono diversi, non sono umani, forse bisogna che siano uccisi. La seconda tappa è: “sì sono esseri umani ma sono poveri, bisogna occuparsene”, far sì che abbiano da mangiare e una casa. Il terzo passaggio, che si riscontra nella maggior parte delle società, è che “sono esseri umani ma che bisogna aiutarli a divenire più umani”, con terapie, laboratori. La quarta tappa è scoprire che se entriamo in relazione con loro ci cambiano, sono loro a mostrarci, per esempio, che l’essenza dell’umano è entrare in relazione. Ci insegnano che non importa innanzitutto riuscire nello studio o nel lavoro, ma la capacità di vivere la relazione. Significa che devo rallentarmi per entrare in relazione con te, prendere del tempo per ascoltare, e facendo questo sono io che cambio. La quinta tappa è la scoperta che questa relazione mi conduce verso Dio, in questo senso diventa in qualche modo “sacra”, perché ci dice qualcosa di Dio. Sono delle tappe e ciascuno di noi le vive in momenti diversi, e non è detto che le viva tutte. In ogni caso ci vuole del tempo per passare da una all’altra.

Perché ha lasciato la direzione dell’Arca?

Perché il momento era venuto – sorride – . È successo nell’80. Ora c’ è un coordinatore internazionale e una vicedirettrice. Credo sia necessario leggere i segni: sono più fragile, ho meno capacità, e sento che altri hanno delle capacità. È il momento in cui bisogna affidare ad altri. Nella chiesa, in generale, c’è il pericolo di ammirare un po’ troppo i fondatori. In realtà sono persone come tutte. E a un certo punto devono partire, lasciare, è evidente. Come in una famiglia, i nonni non devono prendere il posto dei genitori. Ognuno deve prendere il suo posto nel momento giusto. Non va bene che persone di 40, 45 anni, siano solo dei sottoposti. È per questo che Gesù nel vangelo dice “è bene che io vada”. Ognuno dovrebbe a un certo punto dire così, e per quanto riguarda me, ho sentito di dover vivere altre cose. Per un periodo, per esempio, mi sono concentrato sulla formazione degli assistenti girando nelle diverse comunità.

L’esperienza dell’Arca intanto si è radicata in altri Paesi. Dagli Stati Uniti, all’India, alla Costa D’Avorio. Come si declina in culture così diverse fra loro?

Ho avuto di recente una seri di incontri con un gruppo di educatori musulmani a Hamman, in Giordania, che lavorano a un progetto di recupero di ex carcerati. Li ho trovati molto aperti a trovare una pedagogia e un senso della filosofia umana che aiuti loro stessi a vedere i cosiddetti delinquenti come esseri umani, entrando in relazione con loro e apprezzando la loro persona. Nel mondo dell’educazione la gente comincia a comprenderlo, ed è anche il fondamento dell’Arca che “ciascuna persona è importante e va ascoltata”.

A partire dagli anni Novanta, l’Arca ha tenuto ritiri ecumenici e sviluppato contatti anche con ministri e responsabili di altre chiese cristiane, soprattutto quella anglicana. Poi la presenza in India e la dimensione interreligiosa anche all’interno delle comunità. È un percorso che sta proseguendo?

Direi che l’incontro più recente sta avvenendo con persone di fede islamica. Abbiamo contatti soprattutto in Egitto e in Giordania. Nella mia comunità c’è una donna musulmana, originaria del Marocco. La vedo regolarmente e mi interessa molto ascoltarla. Non è un momento facile per lei. Sta sperimentando il senso profondo del cuore umano attraverso l’incontro con le persone con handicap e sta cercando di capire come questa esperienza stia penetrando nella sua religione, l’Islam. Questa donna, che è sempre più musulmana, ama la sua religione. Cerca come alcuni cattolici cercano. Ci sono invece movimenti che strutturano molto le persone, ma sono meno all’ascolto di quello che succede nelle altre chiese e nelle altre religioni.

Che contributo può dare l’Arca al dialogo?

Credo sia vitale per la chiesa cattolica guardare i frutti e scoprire dov’è lo Spirito Santo, guardare cosa succede dentro la chiesa e nelle chiese. Prenda l’ecumenismo… prima del 1960 non c’era niente, poi uno vede dei protestanti e degli ortodossi che sono di veri santi. E come lo vede? Dalla qualità del loro amore, è la qualità dell’amore che fa la differenza. Io non so come fare perché la chiesa cattolica li ascolti, non tutti hanno ascoltato Gesù, anche i discepoli appena girava la testa discutevano fra loro su chi fosse il più importante, su chi fosse migliore degli altri. La difficoltà del messaggio di Gesù è che è basato sulle beatitudini e sulla povertà. La chiesa è combattuta fra il desiderio di tramandare questo messaggio e il desiderio di trionfare. Per esempio ci sono sempre delle statistiche che dicono che ci sono un miliardo di cattolici nel mondo. Non è interessante sapere che ce ne sono un miliardo. Ma bisogna mostrare che siamo migliori, per esempio, dei musulmani. La chiesa esita tra il trionfo e la crocifissione. E non c’è soluzione. Come aiutare la chiesa è lo stesso che chiedersi come aiutare me o te, siamo tutti in questa esitazione fra una certa riuscita umana e l’insegnamento di Gesù. La vita con le persone disabili lo rende evidente.

In che modo?

Guardo per esempio a come le persone con handicap sono trattate, anche all’interno della chiesa. Sono poveri piccoli di cui bisogna occuparsi, esistono istituzioni e questo va bene, ma corrisponde alla visione di San Paolo “che le parti del corpo meno presentabili e le più deboli sono necessarie alla chiesa e devono essere onorate”? Il pericolo è vedere i fratelli e le sorelle dei diversi ordini religiosi come molto santi perché si occupano dei poveri. Ma si può pensare che sono proprio loro a cambiarci?

Cosa permette una visione diversa?

È il vangelo che ci conduce in questa direzione. Non sto parlando solo del cristianesimo. Ci sono delle persone molto cristiane che rifiutano le persone con handicap, eppure vanno a messa tutti i giorni. E ci sono dei musulmani che le accolgono e dicono che queste persone conducono a Dio. La differenza è che c’è una teologia e una filosofia che i cristiani possono mettere in campo. Gesù ha introdotto una visione completamente nuova, che non è la visione della piramide, ma del corpo. La visione della piramide è molto naturale, la famiglia stessa con madre, padre e figli è già una struttura piramidale. Ma la chiesa è un corpo e in un corpo ciascuna delle membra ha il suo posto. Io ho il mio posto, Françoise nella comunità ha il suo. E queste persone, le più fragili, sono necessarie e devono essere onorate. All’Arca facciamo quotidianamente l’esperienza di come le persone fragili fanno crollare i nostri meccanismi di nascondimento, fanno cadere le barriere. Ci costringono a riconoscere la nostra fragilità e a dire: ho bisogno di te. È il vangelo che dà le basi per una teologia di questo tipo, ma la chiesa non l’ha molto sviluppata. Cerchi in Italia o in Francia dei libri sul ruolo fondamentale delle persone disabili nella comunità, difficilmente ne troverà. La teologia dell’handicap è più sviluppata nelle chiese protestanti.

Come mai c’è questa difficoltà nella chiesa cattolica?

Forse c’è un tale rispetto della tradizione e delle gerarchie che c’è difficoltà a guardare il nuovo. Storicamente c’è stato il passaggio del giansenismo, il rifiuto del corpo, della sessualità, dell’ecumenismo. La chiesa è stata attraversata da molte fratture, dalla visione dei catari e dagli albigesi, dalla rottura prima con la chiesa d’Oriente e poi con Lutero Calvino. La chiesa oggi è traumatizzata dal secolarismo, non sa cosa fare. È completamente traumatizzata dalla pedofilia, dalla questione della sessualità. Qual è il senso di questo fallimento? Raduna tanta gente per le giornate mondiali della gioventù ma c’è una mancanza di visione. E una difficoltà ancora più profonda.

Quale?

La difficoltà di credere nell’umano. La chiesa è ancora in una situazione dove si ha paura della psicologia – non mi piace questa parola – direi paura dell’umano. Molta paura. Esiste il sentimento che non c’è altro tranne che lo spirito santo. Ma lo spirito santo entra nell’umano e bisogna lavorare l’aspetto umano. È tutto il problema dell’educazione: bisogna semplicemente dire ai giovani quello che si deve fare, oppure bisogna ascoltarli? Molto spesso è un problema di potere, di controllo, credo invece si tratti di essere umili e ascoltare. Per esempio riguardo l’omosessualità.

In che senso?

Parlarne è come camminare sulle uova. Dirò solo che bisogna ascoltare le persone, e mai giudicare senza avere ascoltato. C’è tutta una nuova visione possibile, che riguarda gli equilibri profondi “tra” la persona e la morale. Trovo che ci sia un atteggiamento del tutto nuovo che la chiesa deve imparare: mettersi all’ascolto. Come Gesù ha fatto con la Samaritana. Questo non vuol dire che tutti abbiano la verità, ma bisogna ascoltare le persone per rispondere loro, e non dire semplicemente “tu non vali niente, tu non sei niente”.

Come può avvenire un cambiamento?

Poco a poco, a piccoli passi. Da noi per esempio il vescovo è meraviglioso. Nella chiesa c’è anche il tema del ruolo delle donne. Non so se sarebbe straordinario avere una donna papa. Ma il problema non è qua. Non è un problema di potere, ma di ascolto reciproco, di lavorare insieme. Il problema oggi non è tanto se ci sono delle donne-prete nella chiesa cattolica, ma: i preti ascoltano le donne? O è un gruppo di uomini che svaluta le donne perché hanno paura della loro stessa “tenerezza” o della propria sessualità? Credo che molto parta dalla formazione nei seminari. Il punto non è riempirsi la testa di nozioni, ma il senso della relazione. Il pericolo è pensare che la fede sia una questione di conoscenza. Il termine greco “pistis” si può tradurre con “fede” oppure “fiducia”. Una cosa è dire “credo”, e un’altra “mi fido”. Quando si parla di fiducia, si parla di relazione. Tutta la vicenda del cristianesimo è una questione di relazione, e la parola conoscenza nella bibbia è “come” il marito conosce la moglie, è una relazione affettiva, una relazione d’amore. Conoscerti vuol dire che ti amo e ho l’esperienza di chi sei. La conoscenza è un’esperienza di chi sei come uomo o come donna e conoscere dio vuol dire avere una relazione con lui. E scoprire che è molto più vulnerabile di quello che pensiamo.

Un dio fragile?

Molto fragile! C’è una via perduta nel cristianesimo. Si parla poco della vulnerabilità e della fragilità di dio. È vero, come si dice, che tutto parla di dio: gli alberi, gli uccelli, il creato. Ma nello stesso tempo tutto “non ci parla” di dio. Può capitare che non si voglia più andare avanti e ci si chiuda a dio. L’idea è quella dell’umanità che non vuole credere nell’amore. Ha molta paura dell’amore. Parlare della vulnerabilità di dio o del dio onnipotente è diverso. Credo che dio abbia una grande tenerezza, oso parlare del “femminile” di dio. Quando si parla di dio onnipotente si parla di forza. Parlare ai giovani di un dio fragile cambia completamente le cose.

Anche i giovani sono fragili?

Quando parlo a dei quindicenni, chiedo: C’è qualcuno con cui puoi parlare dei tuoi problemi di droga, di sessualità, di suicidio, di morte? Generalmente, i giovani non trovano nessuno. Trovano quelli che dicono loro cosa devono fare, ma nessuno con cui ci sia un incontro di fiducia reciproca. È il problema dell’educazione: bisogna semplicemente dire ai giovani quello che si deve fare, oppure bisogna ascoltarli? Forse la difficoltà maggiore non è credere in Dio, ma credere nelle persone. Le persone con handicap vogliono essere amate. Non sono sicuro che questo avvenga nella “città”. Vogliamo essere amati o vogliamo il potere? È il problema di una società che spinge i diritti personali ma che ha dimenticato il senso dell’appartenenza e questo crea molta angoscia. Perché non si è insistito sul senso di responsabilità e la creazione di un corpo! Ci sono pochissimi documenti sull’importanza della comunità.

Come è cambiato in questi anni il suo modo di vivere la comunità?

Forse prima avevo l’idea di una comunità chiusa, o di un ordine religioso. Tutta la questione è l’armonia fra appartenenza e libertà. Mi è diventato chiaro successivamente che il senso della comunità è molto più ampio del senso di appartenenza, è un luogo dove siamo veramente legati ma soprattutto diventiamo più liberi. Per esempio liberi di sposarsi o meno. Nelle parrocchie c’è una crisi nelle comunità: devono essere aperte o chiuse? È molto meno chiaro. C’è una visione possibile della chiesa come comunità dove le persone sono più libere. Ma è difficile trovare questa armonia.

Lei non è consacrato…

Sì invece, sono battezzato. E personalmente sono molto a mio agio nella chiesa. Forse è ancora diffusa l’idea che ci sia il papa, i vescovi, i preti e le persone che fanno parte di qualche ordine religioso, poi le persone normali e le persone disabili alla fine della piramide. Il più piccolo battezzato è un consacrato.

Perché non si è mai sposato?

Ride: Perché non l’ho desiderato. Questo è importante: il desiderio è il segno di Dio. Non è un’idea, ma un desiderio. Questo non vuol dire che non abbia amato delle donne, ma non mi sono mai voluto sposare, non l’ho desiderato abbastanza. È così che Dio ci chiama, con il desiderio.

Jean Vanier ha paura di amare?

Molta. Perché amare significa essere vulnerabili e quindi poter essere feriti. Ma essere fragili permette anche di dire all’altro qualcosa di straordinario: “ho bisogno di te”.

A cura del MdL Felice Citterio

Lavatrice degli anni ‘20

furnela

In quel di Meda, MB, girando  e curiosando tra le mille occasioni che l’estro brianzolo ci ha ‘sfornato’ continua la riscoperta di ‘pezzi’ della nostra storia da parte dei circoli culturali San Francesco, Brianza Domani e XX Settembre e le segnalazioni cominciano ad arrivare anche da singoli cittadini che si sentono coinvolti in questo lavoro di costruzione del mosaico e che mensilmente vanno ad aggiungersi agli altri  piccoli tasselli  già individuati.

Così, grazie alla collaborazione del ‘Carletu e della Mariuccia de la Sumela’ , abbiamo trovato un prototipo di   ’lavatrice’ denominata ‘LA FURNELE par la bugade’ (che potrebbe essere tradotto pressappoco come ’il forno per il bucato’) che si trova all’interno del la CURT DE LA SUFIE E DE LA NURINA (nel cortile della Sofia e della Onorina) in Piazza Cavour a Meda.

La costruzione può essere datata attorno agli anni ’20 e l’uso era destinato a tutte le donne del cortile che provvedevano a caricarla nella parte bassa con i BUSCAI (trucioli) dei FRATITT (Tagliabue) o si andava CUN UL TRICICLU o CUN LA CARETE (triciclo o con la  cariola) A RITIRA’ I LASTER DE LA TRANCIA CHE LA RUMILDE LE METEVE DE PART (si andava a ritirare le lastre di scarto della lavorazione del legno della Trancia di Viale del cimitero che la Romilde metteva a parte). Nella parte superiore si metteva dell’acqua a bollire e poi si procedeva a travasarla nei MASTEI DE LEGN (nelle tinozze di legno).

Un piccolo spaccato di  vita di cortile di tanti anni fa, ma che rivive grazie ai personaggi e ai ricordi di Carletu e Mariuccia.

A cura del MdL Landino Padoan

Il Nordic Walking: uno sport per tutti

IMG_6862

Il Nordic Walking porta al miglioramento della resistenza aerobica e oltre all’allenamento della muscolatura delle gambe e alla corretta postura dell’apparato di sostegno, attraverso l’uso dei bastoni viene allenata e tonificata anche la muscolatura  della parte superiore del corpo (spalle, petto e braccia).Come già detto si arriva ad ottenere un allenamento completo per tutto il corpo riuscendo a coinvolgere l’85% di tutta la muscolatura, una volta acquisita la tecnica corretta.
La naturalezza e la grande adattabilità del movimento nel Nordic Walking permette a chiunque di poter praticare una forma di movimento completa, armonica e divertente che possiede innumerevoli varianti a seconda degli obiettivi: dalla performance al semplice controllo del peso corporeo.

IMG_2700
Il Nordic Walking è adatto a tutti e a tutte le età non presentando particolari controindicazioni e, come tutte le attività di tipo aerobico ne possiede le caratteristiche di
allenamento del sistema cardiocircolatorio(muscolatura cardiaca e circolazione sanguigna) e l’aumento della capacità aerobica (migliora il trasporto dell’ossigeno nell’organismo – VO2 max). Il corretto uso dei bastoncini alleggerisce parte del peso corporeo sulla colonna vertebrale e su arti inferiori favorendo un miglior lavoro articolare generale con un incremento dello sviluppo delle capacità coordinative e dell’equilibrio. Per questo risulta un efficace esercizio nelle fasi di recupero della corretta deambulazione ove si necessità acquisire stabilità, sicurezza e sensibilità nell’appoggio del piede.

IMG_2811

Il Nordic Walking ha anche effetti positivi su persone con problemi di schiena. Delle ricerche effettuate in Finlandia nel 1999 hanno dimostrato che il Nordic Walking ha favorito enormi miglioramenti su persone con danni alla schiena causati da errori di postura.
La colonna vertebrale delle persone esaminate è diventata più mobile, l’intera muscolatura del busto è migliorata e si è rinforzata, migliorando anche l’irrorazione sanguigna nella parte superiore del corpo. Le tensioni alla nuca e alle spalle si sono ridotte ed inoltre nel 70% degli esaminati sono spariti i disturbi.

IMG_2813

E’ per questo che il Nordic Walking viene già impiegato in molte cliniche della Scandinavia e della Germania come terapia riabilitativa.

Il Nordic Walking, un’attività ideale per perdere peso

IMG_6712

Per dimagrire è indiscutibile che bisogna abbinare una buona attività fisica ad una alimentazione attenta e bilanciata!
Nel Nordic Walking la frequenza cardiaca aumenta del 13% circa e il consumo energetico incrementa fino al 46% rispetto a discipline sportive simili.
Per questo motivo con una adeguata attività aerobica ( es.  Nordic walking  ad una intensità tale da poter mantenere velocità costante per almeno 40 – 50 minuti) viene notevolmente stimolato il consumo dei grassi che, nel nostro metabolismo, vengono utilizzati solo dopo una certo tempo di attività.
Tramite alcuni esperimenti è stato riscontrato che camminando ad una buona andatura si consumano 280 Kcal/’ora mentre alla stessa andatura, con il Nordic Walking, se ne arrivano a consumare circa 450!
Pertanto questa attività è sicuramente lo sport ideale per perdere peso

La tecnica

IMG_6782

Come per qualsiasi disciplina sportiva, anche per il Nordic Walking esiste una tecnica da imparare ed  apprendere per poter praticare al meglio questa attività e poter così usufruire di tutti i benefici che questo tipo di movimento comporta.

La tecnica fondamentale del Nordic Walking prende spunto dai  movimenti propri dello sci di fondo per la tecnica classica, utilizzando il cosidetto movimento diagonale e inserendo in modo adeguato l’utilizzazione dei bastoncini.

Il Nordic Walking è una variazione della camminata e si avvale della successione fisiologica dei movimenti alternati di braccio e gamba opposti, cercando una spinta efficace con il bastoncino che porta ad ottenere una maggiore lunghezza del passo senza però abbandonare la naturale fluidità del movimento.

IMG_6864

La progressione didattica dell’ ANI  definita dei “7 Steps” è nata per trasmettere la tecnica fondamentale e funzionale del  Nordic Walking. Questa metodologia di insegnamento permette di apprendere gradualmente e facilmente la cosiddetta tecnica Nordic ALFA:

La tecnica Nordic ALFA

A) Attenzione alla postura (postura eretta e stabilizzazione della parte centrale del corpo)

L) Lavoro attivo del braccio ( lavoro a pendolo a braccio lungo stabilizzato sia in fase di spinta che di recupero)

F) Funzionalità del bastoncino (puntato in posizione obliqua)

A) Adeguamento del passo (la lunghezza del passo è adeguata alla fase di spinta delle braccia)

nordic2

Al fine di poter apprendere al meglio la tecnica consigliamo, a chiunque voglia iniziare questa attività, di rivolgersi agli Istruttori ANI,gli unici qualificati per poter insegnare con la metodologia dei “7 Steps” il Nordic Walking in modo facile e divertente.

I benefici del Nordic Walking

Nel corso degli anni sono stati effettuati moltissimi studi sul Nordic Walking che hanno provato tutti i benefici che questa disciplina può appotare:

  • il Nordic Walking è più efficace del 40% rispetto al Walking senza bastoncini.
  • il Nordic Walking aumenta il  consumo  energetico in virtù del grande coinvolgimento muscolare (85 % della muscolatura corporea, vale a dire circa 600 muscoli).
  • il Nordic Walking alleggerisce il carico sull’apparato motorio durante il movimento salvaguardando maggiormente le articolazioni di caviglie, ginocchia e colonna vertebrale.
  • il Nordic Walking, grazie al coinvolgimento attivo della muscolatura ausiliaria dell’apparato respiratorio, incrementa l’ossigenazione dell’intero organismo.
  • il Nordic Walking mantiene in esercizio quattro delle cinque forme principali di qualità fisiche o condizionali: resistenza, forza, mobilità, coordinazione
  • il Nordic Walking scioglie le contrazioni nella zona delle spalle e della nuca.
  • il Nordic Walking ritarda il processo d’invecchiamento.
  • il Nordic Walking economizza il lavoro svolto dal cuore.
  • il Nordic Walking rinforza il sistema immunitario e stimola l’eliminazione degli ormoni originati dallo stress

(Fonti: Studi dell’Istituto Cooper Dallas, “Medicina sportiva” Hollmann,Hettinger, Schattauer 2002)

In poche parole il Nordic Walking è l’attività ideale per raggiungere una forma fisica in modo dolce ed anche divertente

Tutte le foto allegate sono state scattate nel parco di Monza

Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi a:

Frigerio Daniele Andrea

Istruttore ufficiale di Nordic Walking

Via E.Torricelli n.3
20050  Sovico  (Mi)  Italy
Tel.                +39 340 4579112         +39 340 4579112
Mail  friz@prowalking.it

A cura del Cav. MdL Felice Cattaneo

Il mondo delle decorazioni della MdL Adriana Bertolotti

Uno dei vantaggi dello stato di pensionata è la possibilità di potersi dedicare finalmente a delle attività che hai sempre desiderato ma che la routine degli impegni professionali e famigliari ti hanno sempre impedito di realizzare. E’ così che da quel momento avendo più tempo per me e più spazio in casa grazie anche al fatto che i figli hanno trovato la loro sistemazione altrove, ho potuto dedicarmi al mondo delle decorazioni. Ho cominciato a studiare le varie tecniche e a realizzare un piccolo laboratorio che oggi trabocca di barattoli di vernici, lacche, colle, carte, foto e altri attrezzi del mestiere che sto accumulando.

Ho inizato col decoupage (per approfondirem vedi http://it.wikipedia.org/wiki/D%C3%A9coupage_(arte) ) e poi ho sperimentato varie altre tecniche fra cui lo stencil, il craquelè ecc. lavorando su vassoi di legno, piatti di vetro, tegole, bottiglie, appendiabiti ed altri oggetti ed in breve tempo ho riempito la casa, nonostante le mie numerose donazioni delle opere a parenti e amici.

Però la voglia di sperimentare era sempre molto forte perciò il magazzino era sempre pieno.

Fu allora che scopri l’esistenza di una organizzazione, la Creart ( http://web.tiscali.it/AlanJay/ )

che opera in Brianza ed organizza mercatini per i suoi associati in numerose città del territorio.

Mi sono iscritta e con l’aiuto di mio marito abbiamo realizzato una bancarella smoltabile prendendo così parte a diverse manifestazioni.

DSCF0019

DSCF0054

Credetemi, è una vera soddisfazione quando qualcuno ti compera una tua creazione, anche se ti si stringe un po’ il cuore a darla via. Se qualcuno volesse dedicarsi a questa attività e necessita di qualche modesto consiglio io sono a disposizione anche se sul web trovate preziose informazioni ad esempio in questo bellissimo sito: http://www.artedellefate.it/arte/

Ecco una galleria di alcune mie realizzazioni:

DSCF0130

DSCF0136

DSCF0146

DSCF0149

DSCF0156DSCF0152

DSCF0183B

DSCF0165

DSCF0186B

DSCF0200

DSCF0217B