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L’AVVENTURA DEL “GRONCHI ROSA” – Cronaca e realtà vissuta

3 Aprile 1961 – Il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi si appresta a rendere visita ai Paesi del Sud America, seconda Patria per molti italiani immigrati sin dalla fine del 1800 e in particolare verso Argentina, Uruguay e Perù. Per l’occasione, viene organizzato il trasporto speciale di aerogrammi affrancati, come da tariffa,  con francobollo di £ 170 di colore verde per l’Argentina, £ 185 di colore azzurro per l’Uruguay e £ 205 di colore rosa lillaceo per il Perù (v. foto 1).

Foto 1

Malgrado il giorno festivo, il 3 aprile (lunedì di Pasqua), gli sportelli filatelici rimangono aperti per dare avvio alla vendita dei francobolli che si protrae per tutta la giornata e per ricevere gli aerogrammi. Per inciso, il sottoscritto, che all’epoca presta servizio militare ed è in licenza a casa a Milano, si reca alla Posta Centrale e affronta la lunga coda per l’acquisto della serie piuttosto costosa per l’epoca (una lettera si spediva con £ 30 !). Nessun problema di distribuzione, chiunque può acquistare quante serie desideri, anche perché la tiratura si dice sia superiore al milione di esemplari.

Ma, nella notte fra il 3 e il 4 aprile l’Ambasciata del Perù a Roma inoltra una nota di protesta che rischia di provocare un incidente diplomatico, a seguito dell’errato disegno dei confini dello Stato del Perù che risulta mancante del cosiddetto “triangolo amazzonico” da secoli conteso all’Ecuador ma attribuito al Perù da due decisioni della Corona Spagnola e occupato dall’esercito peruviano nel 1941. Oltre a ciò, la Conferenza tenutasi nel 1942 a Rio de Janeiro, attribuisce quell’area di foresta pluviale al Perù anche se l’Ecuador avanza pretese e, a sua volta, l’anno successivo emette una serie di francobolli dedicata all’Amazzonia  assegnando quella parte contesa al Proprio Paese.

Nella notte stessa viene diramato un telegramma urgente di servizio a tutte le Direzioni provinciali delle Poste con l’ordine di ritiro dalla vendita del valore da £ 205 di colore rosa (v. foto 2)

Foto 2

e con la ricopertura dei francobolli già applicati sugli aerogrammi, con un nuovo valore opportunamente rettificato e di colore diverso, appunto, grigio, che si rese disponibile il giorno dopo, 5 aprile e in vendita dal 6 aprile (v. foto 3).

Foto 3

Quello del Gronchi rosa è l’unico caso al mondo di un francobollo emesso, ritirato dalla vendita e ricoperto su buste già affrancate (v. foto 4).

In merito alla rarità di questo francobollo, un vero giallo filatelico, molte cose sono state scritte in questi quasi 50 anni, storie, pettegolezzi, notizie che ognuno ha dato per certe, presunti accumuli lentamente  immessi sul mercato, fantasie. Alcune possono apparire credibili, altre sono talmente fantasiose da far sorridere, certo è che il mistero che aleggia intorno a questo francobollo ha creato nel tempo una fatale attrazione al punto da far dimenticare perfino dei fatti reali che hanno fatto lievitare il suo valore fino all’attuale valore di catalogo di € 1.900,00.

E io, un fatto reale ve lo propongo : all’epoca ero abbonato alla Rivista “Il Collezionista – Italia Filatelica”, edita da Bolaffi, nome prestigioso della filatelia italiana e mondiale, e quindi assolutamente affidabile e credibile. In considerazione dell’eccezionalità dell’evento di cui sopra, nell’intento di favorire l’abbonato, l’editore aveva istituito un documento denominato “Flash” che veniva inviato a domicilio per informare in anteprima su fatti e avvenimenti di rilevante importanza. La foto 5 vi dà una chiara esposizione dei fatti rilevati e noti al momento : ma non al collezionista(che può essere disinformato), non al piccolo negoziante (che vive di notizie di riflesso), non al circolo filatelico (che non ha i mezzi di approfondimento necessari), non al singolo Ufficio Filatelico Provinciale (che ha una visione molto parziale dell’accaduto) bensì al massimo esperto di settore che ha il potere di dialogare anche con la Direzione Centrale delle Poste e i mezzi per raccogliere notizie certe il momento in cui sono ancora fresche e non manipolate.

Il documento Flash dichiara che “I francobolli da 205 lire venduti durante la giornata del 3 aprile sarebbero 210.000 (buona parte usati per l’affrancatura degli aerogrammi);  la tiratura totale dovrebbe essere inferiore al milione. L’aereo presidenziale avrebbe trasportato in tutto 315 kg. di posta: considerando il peso di ogni aerogramma di 4 gr. circa, le buste trasportate dovrebbero ammontare approssimativamente a 80.000, Il 50% circa degli aerogrammi erano indirizzati in Argentina mentre quelli per l’Uruguay supererebbero di poco il 25%”

Quindi, ricapitolando :

- Buste affrancate con il francobollo da £ 170 per l’Argentina : 40.000

- Buste affrancate con il francobollo da £ 185 per l’Uruguay   : 20.000

- Buste affrancate con il francobollo da £ 205 (rosa) per il Peru :  20.000

- Francobolli venduti :  210.000 meno i 20.000 utilizzati per affrancare gli aerogrammi =  190.000

Peraltro il Catalogo Sassone, da sempre riconosciuto indipendente da possibili manovre di mercato, fino alla sua edizione del 1967 asseriva che risultavano venduti 210.000 esemplari (concordando quindi con quanto asserito dal Flash di Bolaffi), nelle edizioni fino al 2000 riportava una dichiarazione del Ministero delle Poste che fissava la vendita in circa 80.000 esemplari e, definitivamente, nell’edizione del 2003 dichiarava ufficiale da parte del Ministero il venduto di 70.625 esemplari.

Perché ? perché ? perché ?

Certo è che se la tiratura fosse di 210.000 esemplari, il valore del francobollo si aggirerebbe intorno ai 180-200 €, visto che la serie dei Giochi Ginnici del 1951, venduta in 226.835 esemplari è quotata 120 € di catalogo. E allora sorgono i dubbi ! A chi credere, a Bolaffi che da cronista dei fatti dell’epoca riportava la quantità reale oppure a chi nel frattempo aveva potuto entrare in possesso di fogli interi trafugati dopo la richiesta di rinvio alla Sede Centrale delle Poste ?

Il “mistero”, uno dei tanti dell’Italia repubblicana, resta ancora. Per quanto mi riguarda il mio “Gronchi rosa” acquistato a 205 lire la mattina del 3 aprile 1961, lo vendetti nel mese di maggio dello stesso anno a 9.000 lire e con quel denaro, essendo militare e affamato per la scadente qualità del rancio in caserma, ottenni 30 pasti in una graziosa trattoria del novarese. Bella decisione che non ho mai rimpianto. Per non apparire però così prosaico, posseggo però la busta viaggiata di cui alla foto 4.

Amici collezionisti, se avete qualche storia filatelica da raccontare, scrivetemi.

MdL Umberto Seclì

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